Ancarano

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Localita: Ancarano


Il toponimo Ancarano è di chiara origine romana e oggi comprende quattro plessi: Pielarocca, Sant’Angelo, Capo del Colle e Piè del Colle, sparsi tra il valico della Forca di Ancarano e Campi, lungo la Valle del Campiano.
Il luogo fu abitato fin da epoca preromana: nel punto più alto della valle, la forca d’Ancarano, presso la località Ponte sono state rinvenute testimonianze di un san-tuario esistente fin dal V secolo a.C. e di un insediamento di carattere rustico data-bile al I secolo a.C.

Tutta la zona è ricchissima di attestazioni romane: sui due versanti di Forca d’Ancarano sono stati ritrovati due miliari iscritti e a Sant’Angelo sono stati rinvenuti rilievi gladiatorii, appartenenti a un grande complesso funerario dei primi decenni del I sec. d.C.

Al centro di un ampio terreno verso nord, a poche centinaia di metri dalla strada che da Ancarano conduce a Campi e poi a Preci, è stata individuata un’area di di-spersione di fittili e di materiale ceramico, con un’estensione di circa 1400 mq.
Intorno all’anno 1000 è presumibilmente stato costruito l’antico grande complesso fortificato (sopra l’attuale abitato di Pielarocca) dove, al suo interno era allocato il priorato benedettino di San Pietro e la chiesa romanica di Santa Maria de Antiqua o Vetere.
Nel 1250 il cardinale Pietro Capocci, concesse il possesso di Ancarano all’emergente Comune di Norcia.
La città di Norcia, non volendo lasciare incustodita una zona di così vitale impor-tanza come quella della Val Campiana, importante snodo e via di comunicazione, decise di edificare nel 1370 il Castello di Castelfranco, obbligando gli abitanti di Capo del Colle a trasferirsi in questo nuovo centro. Tale trasferimento non avvenne mai, nonostante le franchigie concesse, data la scomodità del territorio, che risulta-va impervio.

La storia recente di Ancarano è purtroppo scandita dagli eventi sismici, come la se-rie del 2016, che ha causato danni incalcolabili e la perdita di numerosi beni artistici in tutta la valle.

Pielarocca, insediamento sito a più alta quota dell’attuale abitato di Ancarano, è distinto in due nuclei, separati da una piazzetta ove in antico era la chiesa ai Santi Apostoli Filippo e Giacomo, danneggiata dal terremoto del 1703 e poi travolta dall’alluvione del 1880.
Il piccolo gruppo di case, per intero zona rossa a seguito del sisma del 2016, era caratterizzato da un’edilizia prevalentemente cinquecentesca, ma con interessanti elementi trecenteschi.
È sovrastato dai maestosi ruderi dell’antico Monastero benedettino di San Pietro.

Sant’Angelo, si trova appena al di sotto di Pielarocca. Sorto in prossimità dell’omonima chiesa di cui non rimangono più resti, ora vi sorge la bellissima  Chiesa della Madonna Bianca, gravemente danneggiata ma rimasta in piedi dopo il terremoto del 2016.
Vi era anche la chiesa parrocchiale di San Benedetto.
Piè del Colle, posto più in basso, ha la configurazione di una villa di transito. Vi si trova la Chiesa di San Matteo, gravemente danneggiata ma rimasta in piedi dopo il terremoto del 2016.

Capo del Colle, probabilmente il più antico dei quattro nuclei attuali che costitui-scono la località di Ancarano, è suddiviso in vari segmenti: 
- Capo La Terra, sottostante gli imponenti ruderi dell’antico Castello di Castelfranco, che mantiene ancora le caratteristiche di un borgo medioevale;
- La Valle, ai cui margini sorge la Chiesa di Sant’Antonio Abate, danneggiata ma rimasta in piedi dopo il terremoto del 2016; 
- Capo le Case, più a valle,  caratterizzato dalla presenza di residenze di carattere gentilizio;
- Villa Castelli, notevole ma malridotta;
- Chiesa del Crocifisso, ormai ridotta a un rudere.